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10 domande, le risposte di Flavio Del Bono

1)    Di Metropolitana si parla in città da anni, ma non si è ancora visto nulla. Pensa che questo mezzo di trasporto sia strategico per Bologna? In caso affermativo, con che tracciato, in quali tempi e con quali fondi intende realizzarlo?
I progetti ci sono, i fondi che il governo ci ha promesso da anni no. Berlusconi ha fatto promesse da marinaio. Non si può però stare sempre con il cappello in mano. Quando avranno il coraggio di dire chiaramente che non intendono finanziare le opere pubbliche bolognesi, dovremo essere pronti con proposte alternative per dare vita a quella mobilità ecologica e sostenibile che da sempre caratterizza il mio programma.

2)    Il futuro sindaco si troverà tra le mani la “patata bollente” del Civis: se verrà eletto porterà a termine il progetto o no? In caso di risposta positiva, intende confermare il tragitto originariamente previsto o modificarlo, ed eventualmente come?
Il Civis è stato voluto, appaltato e scelto da Giorgio Guazzaloca, su questo bisogna essere chiari. Così come bisogna essere chiari sul fatto che stracciare i contratti in essere vuol dire far pagare penali salatissime ai bolognesi. Cosa fare? Stiamo aspettando le osservazioni della Sovrintendenza. Quando saranno chiare valuteremo quali interventi andranno presi nell’interesse dei cittadini.

3)    Il Sistema Ferroviario Metropolitano, a differenza della metropolitana, è una soluzione di trasporto pubblico su rotaia in cui buona parte delle infrastrutture sono già esistenti e collegano le aree strategiche di Bologna (Fiera, Stazione, Pilastro, San Ruffillo, Ponte Vecchio, Casalecchio, Bolognina, ecc.) con diversi comuni della Provincia (asse Bologna-Vignola, asse Bologna-Modena, asse Bologna-Verona, asse Bologna-Budrio, asse Bologna-Imola). Potrebbe quindi contribuire in tempi rapidi e con costi contenuti ad abbattere i flussi di traffico veicolare. Nel caso venga eletto ritiene l’attivazione del SFM una priorità? Eventualmente che tabella di marcia si dà per farlo funzionare e quali ritiene siano le principali difficoltà da superare che ne hanno rallentato l’attivazione negli ultimi 10 anni?
Per stare nello specifico vi assicuro che l’SFM è il fulcro prioritari della mobilità sostenibile che voglio costruire a Bologna. L’SFM diventa l’asse portante della Città Metropolitana e dovrà essere l’obiettivo prioritario delle risorse pubbliche locali e regionali per il suo completo funzionamento, cadenzato e gradevole. Nei prossimi anni arriveranno nuovi treni e saranno completate le fermate e l’elettrificazione.  Inoltre, si dovrà lavorare a un progetto per la modifica sostanziale dell’attuale rete dei mezzi su gomma, bus e filobus, per evitare sprechi di risorse e per favorire l’interscambio dei passeggeri alle fermate del SFM e per potenziare le linee su gomma per le zone prive del servizio ferroviario.

4)    In base ai piani attuali Bologna si avvia ad avere ben 5 sistemi di mobilità pubblica: Metropolitana, People mover, Civis, autobus/filobus, Sistema Ferroviario Metropolitano. Non pensa si tratti di una frammentazione eccessiva che può portare a maggiori costi e a difficoltà di integrazione tra i diversi sistemi? Se sarà eletto come pensa di farli convivere?
Si chiama “Pass-saggio” ed il “biglietto” unico dei mezzi pubblici bolognesi che intendo istituire da sindaco. Mi sembra la risposta migliore per dimostrare che dobbiamo far sì che i vari mezzi pubblici possano si integrino realmente. Troveremo gli accorgimenti tecnici necessari, quello che conta è che lo vogliamo fare. La mobilità deve essere in rete, le persone devono poter viaggiare utilizzando il sistema pubblico come le informazioni della rete informatica: facilmente e senza troppi disagi.

5)    I sistemi di controllo e sanzionamento elettronico degli accessi non autorizzati alla ZTL, all’area T e all’area Universitaria hanno allentato la morsa del traffico nel centro storico, ma si sono attirati anche molte critiche. Se verrà eletto, intende mantenere gli attuali sistemi, eliminarli, introdurne di nuovi o modificarne il funzionamento (eventualmente come)?
La giunta di centrosinistra ha avuto il coraggio di accendere Sirio. Guazzaloca, tanto per ricordare la storia, non aveva avuto il coraggio di premere quel pulsante per paura di far arrabbiare il suo alleato di destra Filippo Berselli di An. L’applicazione di RITA e SIRIO è sicuramente da ritenere positiva. Da un punto di vista tecnico nel prossimo mandato valuteremo le esperienze in corso, inclusa la possibile estensione del telecontrollo ad altre corsie preferenziali>.6)    La bicicletta è veloce, sicura, sana, economica e pulita. Per questo riteniamo che debba rivestire un ruolo strategico nell’ottica di una mobilità sostenibile. Se eletto, farà qualcosa per incentivarne l’uso? In particolare, cosa intende realizzare in tema di rastrelliere, piste ciclabili e lotta ai furti?<Crediamo fermamente nell’utilità di una mobilità alternativa. Dal 2005 il Comune di Bologna ha attivato il servizio denominato “C’entro in bici”: 160 biciclette pubbliche in rastrelliere collocate nei punti più strategici della città (parcheggi scambiatori, autostazione, centro città, zona universitaria, etc.). I limiti di tale iniziativa possono essere così sintetizzati: numero di bici insufficiente a generare una vera e propria massa critica; sistema a chiave meccanica che obbliga l’utente a riportare la bicicletta nella rastrelliera di origine. Attraverso apposite sponsorizzazioni si deve cercare di dare vita ad un progetto più ambizioso “Bologna in Sella”: raddoppiare il numero di bici; superare il sistema a chiave. Parallelamente occorre rivisitare la rete già molto estesa delle piste ciclabili, per renderla effettivamente fruibile e organica. In quest’ottica si potranno ampliare le aree pedonali in zone a vocazione turistica o commerciale, favorendo interventi di aggregazione conviviale e di sviluppo commerciale.

7)    La raccolta differenziata dei rifiuti in città attualmente si attesta attorno al 30% ed è quindi sia in ritardo rispetto agli obiettivi del Decreto Ronchi che prevedevano di raggiungere il 35% già nel 2003, sia molto al di sotto degli obiettivi posti dalla Direttiva Europea, recepita con il D.Lgs. 152/06, che prevede per il 2012 il raggiungimento della quota del 65% di raccolta differenziata. Per centrare questo ambizioso obiettivo il Comune ha già predisposto un piano . Ritiene che questo piano sia sufficiente? Come sindaco lo manterrebbe, lo modificherebbe  o lo sostituirebbe completamente?
Il tema dell’ambiente deve essere trasversale a tutti i settori dell’amministrazione e a tutti gli aspetti della vita del cittadino. Solo un’attenta campagna culturale che convinca nel profondo i cittadini della necessità di risparmiare le risorse naturali e ambientali potrà portare risultati concreti e soprattutto durevoli. Il Comune ed i Quartieri favoriranno la partecipazione e le piccole azioni quotidiane con cui ogni cittadino può dare un contributo fattivo in questa direzione: raccolta differenziata, minor consumo di acqua, calore, elettricità. Il Comune può e deve incentivare tali comportamenti; si pensi alla necessità di incrementare la raccolta differenziata per raggiungere progressivamente l’obiettivo del 65% posto dalla normativa europea, premiando i cittadini che riciclano di più e promuovendo i sistemi con vuoti a rendere.

8)    Se verrà eletto intende inserire nel Piano Energetico comunale e/o nel Regolamento edilizio delle norme che promuovano il risparmio energetico e idrico? In caso affermativo ci può indicare quali saranno i primi 2 provvedimenti che intende adottare?
Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Il primo soggetto che deve avere il coraggio di investire sull’energia pulita e sull’ambiente è comunque proprio il Comune, attraverso gli strumenti più diversi (società miste, project financing, leasing, ESCO).  Uno dei settori su cui il Comune di Bologna svilupperà un progetto di risparmio energetico è quello degli edifici pubblici e dell’edilizia pubblica gestiti da ACER. Il Comune definirà, inoltre, i progetti e le modalità finanziarie per coinvolgere investitori privati, senza investimenti diretti propri, per ristrutturare gli impianti termici e di illuminazione e gli involucri edilizi per risparmiare energia e ridurre la bolletta energetica del Comune e delle famiglie. Anche il risparmio idrico sarà  un obiettivo prioritario di questa strategia di qualità ambientale. Fondamentali sono le politiche attive verso i cittadini per la riduzione del consumo e l’utilizzo dei diffusori; la pianificazione della tutela e dell’uso dell’acqua di superficie e di falda; gli interventi per la riduzione delle perdite della rete di distribuzione gestita da HERA; le regole per la progettazione degli edifici e degli impianti finalizzati al risparmio e al recupero delle acque meteoriche, in particolare dei grandi interventi industriali, commerciali e direzionale. Sul fronte della produzione di energia pulita, l’amministrazione comunale ha già predisposto insieme ad ACER un progetto relativo alla realizzazione di 71 impianti fotovoltaici sui coperti di alcuni immobili ERP. Nella stessa direzione possiamo realizzare un vero e proprio parco solare e installare – compatibilmente con il “conto energia” – pannelli fotovoltaici anche sui coperti degli edifici diversi da quelli ACER. In questo quadro va diffusa con opportuni incentivi la copertura biologica e arbustiva degli edifici (i cosiddetti “tetti verdi” già presenti in numerose città europee), per garantire protezione dall’inquinamento atmosferico e acustico e offrire decoro urbano in contesti adeguati. L’energia solare e pulita è per definizione democratica: piuttosto che realizzare investimenti enormi per grandi centrali – investimenti che finiscono per premiare poche grandi multinazionali  – è preferibile coinvolgere il vasto mondo delle piccole e medie imprese, e soprattutto il maggior numero possibile di cittadini.

9)    Nei prossimi anni il comune dovrà gestire la trasformazione e la riqualificazione di tante aree demaniali dimesse. Se verrà eletto intende confermare gli attuali progetti o modificarli, ed eventualmente come?Ci sono progetti interessanti, lavoriamo per una grande riqualificazione della città e discuteremo con i cittadini cosa sia giusto e cosa no fare. Di sicuro avremo una grande priorità alla tutela e all’aumento degli spazi verdi in città, soprattutto grazie alla qualificazione dell’ex aree militari.

10)    I laboratori di urbanistica partecipata che si sono tenuti negli ultimi anni in città hanno permesso a nostro avviso di raggiungere risultati positivi. Lei come li valuta? Nel caso di una sua elezione, intende dare continuità a questa esperienza o meno?
Si, continueremo a coinvolgere i cittadini nelle scelte della città. Ho avuto riscontri molto positivi su quello che è stato fatto in questi anni e si tratta di una ricchezza che non può andare dispersa.

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